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La Baia di Ieranto: il paradiso delle Sirene

La Campania è una terra ricca di storia: ad ogni suo angolo è associato un aneddoto o una leggenda. Non è da meno uno dei posti più belli della regione, la Baia di Ieranto, una perla situata in un’insenatura della costiera sorrentina. In realtà, le fonti che fanno riferimento alla sua nascita non si devono ad un mito tramandato nei secoli, ma allo scrittore e filosofo romano Plinio il Vecchio.

La Baia di Ieranto

Situata nel comune di Massa Lubrense, la Baia di Ieranto è un luogo meraviglioso che si trova all’interno dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Si estende su di una superficie di 63 ettari, di cui 49 sono proprietà del FAI (Fondo Ambientale Italiano).

L’origine del nome è greca: Ieranto deriva infatti dal termine “ieros”, che si traduce con “sacro”. La scelta del nome non è casuale. Poco distante dalla Baia, a Punta Campanella, si erge il tempio della dea Atena, dea greca della sapienza, delle arti e della strategia in battaglia.

La leggenda delle sirene

Torniamo ora alla leggenda raccontata da Plinio il Vecchio con cui abbiamo aperto l’articolo. La storia riguarda le famose Sirene, Ligeia, Leucosia e Partenope, che con il loro canto ipnotizzavano i naviganti. Ulisse, come ci racconta Omero nell’Odissea, tentò di sfuggire al canto ammaliante delle splendide creature attraverso dei tappi di cera, fatti mettere a tutti i membri del suo equipaggio. Per lui invece il piano consisteva nel legarsi ad un albero, poiché pur volendo sfuggire alla tentazione delle Sirene, ne voleva comunque ascoltare il canto paradisiaco.

Il piano andò a buon fine e le sirene, per la disperazione, si trasformarono in rocce, che diedero vita a tre piccole isole. Queste tre perle oggi sono Li Galli, Castelluccio e la Rotonda, meravigliosi isolotti che formano un arcipelago che si trova all’interno della Baia di Ieranto.

Le meraviglie della Baia di Ieranto

Descrivere tutte le bellezze di quest’area non è facile. La storia e la natura, infatti, in questo territorio la fanno da padrona. Si potrebbe partire descrivendo il suo mare incantevole, fatto di fondali unici al mondo. Qui si nasconde una vita dinamica, fatto di ben 260 specie censite, di cui la maggioranza (circa il 90%) risiede in modo stanziale. Un ulteriore 6% invece attraversa la zona periodicamente. Tra questi, ci sono anche tonni, delfini e tartarughe. Il monitoraggio dell’area spetta al Parco Marino, che ha anche il compito di impedire l’accesso alle imbarcazioni a motore.

Si tratta quindi di un’area estremamente ricca dal punto di vista della biodiversità, in cui è possibile assistere anche ad un fenomeno molto particolare, noto con il termine inglese upwelling. Consiste nella risalita dell’acqua degli strati profondi, in conseguenza della quale arrivano nella parte superficiale una grande quantità di nutrienti che consentono la proliferazione di una vasta flora e fauna.

La Baia di Ieranto, come già accennato, è diventata proprietà del FAI, proprio al fine di garantire una maggiore protezione. Ad ogni modo, sotto la proprietà della fondazione sono stati avviati numerosi interventi di restauro ambientale. L’area è stata anche riconosciuta Sito di Interesse Comunitario. La Baia di Ieranto è poi una delle mete turistiche più visitate della regione. In particolare, la zona è spesso la destinazione preferita per chi è solito dedicarsi al birdwatching o ad attività come kayak e snorkeling.

Come raggiungere la Baia di Ieranto

Per raggiungere la Baia di Ieranto bisogna effettuare un sentiero che parte dalla piazzetta di Nerano. Da qui, proseguendo verso la strada, sarà possibile accedere anche ad ulteriori bellezze delle zona, come la Casa Silentium, dimora dello scrittura Norman Douglas, è ammirare la vista delle spiagge di Marina del Cantone, le isole della Vetara e Li Galli.

Una volta arrivati al crinale di Sprito, so potrà invece ammirare il panorama che affaccia da una parte su Punta Campanella e su Capri e dall’altra sul Golfo di Salerno e la Costiera. A questo punto, ci sono due sentieri. Il primo, a sinistra, porta a Putna Penna, mentre l’altro prosegue verso la scala in gradoni che porta alla spiaggia di Capitiello.

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Curiosità
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